Raduno Triveneto al lago di Barcis, dal 22 al 25 aprile 2016
Venerdì 22: partiamo nel primo pomeriggio da Valdagno, autostrada fino a poco prima di Pordenone e poi per strada normale verso Maniago e arrivo all’ area di sosta di Barcis, dove sono ad attenderci i volontari dell’ Unione Club Amici che ci fanno sistemare nelle piazzole a noi riservate. Sistemiamo il camper e restiamo ad attendere gli altri equipaggi del nostro club (che, tanto per cambiare, risulterà essere il più numeroso). L’area, in ottima posizione in riva al lago, dispone di grandi piazzole, che consentono la completa apertura del tendalino, allaccio elettrico,carico-scarico e anche un gruppo di servizi; in occasione del raduno ci è stato riservato un prezzo molto favorevole ma bisogna dire che anche chi vi volesse sostare per conto proprio paga cifre davvero basse se messe in relazione con i servizi offerti e soprattutto per la splendida ubicazione. A Barcis comunque e poco lontano dall’area c’è anche il campeggio S. Francesco con tariffe molto convenienti. Cena in camper e poi fuori a far quattro chiacchiere con gli altri equipaggi anche perché il terribile ciclone Medusa, preannunciato con toni apocalittici dalle previsioni meteo, almeno per il momento sembra abbia altro da fare.
Sabato 23: dopo una notte molto tranquilla, al mattino facciamo due passi in paese, che presenta alcuni edifici storici molto interessanti, e poi lungo il lago, che si può girare completamente per una bella ciclo-pedonale e a mezzogiorno, visto che il “Medusa” ci fa ancora grazia della sua assenza, fuori i tavolini per il pranzo in compagnia, preceduto (e anche questa volta, tanto per cambiare) da stuzzichini, assaggi e aperitivi offerti dal direttivo del nostro Camping Club Giovani Amici. Nel pomeriggio cominciano le escursioni previste dagli organizzatori: un trenino a motore ci porta, per le vecchie strade, dapprima al paese di Andreis, adagiato sul fianco della montagna e con le sue caratteristiche architetture e poi, per la vecchia strada di Barcis, lungo la spettacolare forra del torrente Cellina, le cui limpidissime acque scorrono nel fondo di profondi canaloni scavati nella roccia nell’arco di milioni di anni. Da fine maggio la strada sarà aperta al pubblico, dietro pagamento di un modesto ticket, e si potrà quindi percorrerla a piedi o in bici, godendo appieno delle meravigliose viste; c’è anche un ponte tibetano da percorrere in opportuna sicurezza. Al ritorno raggiungiamo a piedi una nuova azienda agricola, “La Mantova” che produce formaggi di mucca e di pecora e insaccati di maiale, di mucca e di pecora. Un po’ di relax in camper e alla sera tutti a cena nella grande tensostruttura riscaldata del campeggio per la cena in compagnia.
Domenica 24: al mattino il pullman dell’organizzazione ci porta a Maniago per la visita guidata del Museo della Coltelleria, dove sono rappresentate le antiche macchine che servivano a costruire non solo i coltelli ma numerosi strumenti da taglio, le condizioni di lavoro dei primi coltellinai di Maniago e un numero impressionante di coltelli, dai più antichi a quelli dei giorni nostri. Nel pomeriggio, sempre con i pullman, andiamo alla diga del Vajont dove ci attendono le guide del parco delle Dolomiti Friulane; pur già conoscendo la storia della terribile tragedia che nell’ ottobre del 1963 ha completamente distrutto Longarone e parzialmente i paesini di Erto e Casso, fa sempre una dolorosa impressione, mista a rabbia, riascoltare le vicende che hanno portato alla morte di quasi 2000 persone per colpa non della natura, come i giornali dell’epoca avevano tentato di farci credere, ma per la colpevole negligenza dell’ uomo che ancora una volta ha anteposto i propri interessi economici alla tutela della vita umana. Particolare ancor più doloroso: delle quasi 2000 vittime quasi 500 erano bambini e ragazzi di meno di 15 anni e i loro nomi sono scritti sulle bandierine che sventolano attaccate alla staccionata che circonda l’invaso dove una volta c’era l’acqua e che è stato riempito dall’ enorme e ampiamente preannunciata frana. Inutile dire che, tanto per cambiare, i responsabili di tale disastro non hanno subito praticamente nessuna conseguenza penale.
Alla sera ci siamo ritrovati nel grande tendone allestito in paese per una serata in compagnia accompagnati da musica dal vivo e per la grande lotteria.
Lunedì 25: giornata fresca ma almeno è soleggiata; ci avviamo con le guide del Parco delle Dolomiti Friulane lungo la passeggiata a lago e poi per il sentiero del Dint, che sale per un breve tratto nel bosco e in due punti panoramici si affaccia sulla impressionante forra del Cellina. Soprattutto il primo di questi è impressionante perché è a sbalzo sull’ abisso e l’ultimo tratto è in vetro per cui sembra di essere sospesi nel vuoto; è di prossima apertura anche un ponte tibetano da percorrere comunque con le debite attrezzature e accompagnati dalle guide. Al ritorno, dopo l’inevitabile rinfresco preparato dai solerti volontari del club, ci rechiamo nel grande tendone del Comune di Barcis per il pranzo in compagnia di tutti i camperisti partecipanti al raduno, seguito dal saluto delle autorità e le premiazioni dei club intervenuti. Nel pomeriggio rientro a casa.
CONCLUSIONI: si è trattato di un raduno triveneto dei club aderenti all’ Unione Club Amici perfettamente riuscito grazie all’ enorme lavoro svolto dai tanti volontari che si sono occupati dei vari aspetti organizzativi e che, oltre agli aspetti conviviali, ci ha permesso di conoscere tanti aspetti e particolarità di questa zona del Friuli che difficilmente avremmo potuto imparare senza la continua presenza e disponibilità di tante persone preparate e amanti del loro territorio. Barcis è un comune molto ospitale con i camperisti e sia il paese che i suoi dintorni meritano sicuramente di essere conosciuti.