Dalmazia e Montenegro, dal 18 aprile al 4 maggio 2014
Venerdì 18 aprile: (Km 94786) riusciamo a partire da Valdagno un po’ prima delle 17, entriamo in autostrada a Montecchio e viaggiamo spediti fino all’uscita di Trieste, quindi passiamo per la vecchia frontiera di Pesek, una breve sosta al distributore subito dopo la frontiera per fare il pieno (gasolio a 1,366 €), quindi proseguiamo per strada normale fino alla frontiera slovena di Kozina (rapido controllo dei documenti) e la successiva e immediata frontiera croata, dove però non c’è più nessuno a controllare. A Rupa prendiamo l’autostrada (2€) che ci porta fin oltre la baia di Bakar (c’è un’area di servizio 2 Km dopo l’entrata in autostrada e un’altra nella zona di Fiume, in entrambe si potrebbe anche sostare per la notte) e poi per la E65, in gran parte asfaltata da poco e quindi molto confortevole, arriviamo al paese di Sibinj ed entriamo nell’omonimo campeggio; ci parcheggiamo proprio in riva al mare, in compagnia di altri due camper tedeschi. (Km 95159)
Sabato 19 aprile: il tempo è così così per cui decidiamo di sfruttare la giornata viaggiando. Partiamo dal campeggio (13 €) e ci fermiamo poco dopo a Senj per cambiare soldi e caricare la sim croata (operazioni fatte in posta), poi ripartiamo per strada normale e ci fermiamo poco prima di Trogir in un ampio parcheggio sterrato, nei pressi di un ristorante e di una bella chiesa, per il pranzo. Ripartiamo e decidiamo di prendere l’autostrada (la Jadranca Magistrala è bella ma piuttosto stancante, piena di curve e controcurve). Usciamo a Ploce (13,36 €)con l’intenzione di prendere il traghetto per Trpanj, nella penisola di Peljesac solo che scopriamo che il prossimo traghetto parte alle 19, per cui decidiamo per proseguire per strada normale fino a Ston e risalire tutta la penisola. Passiamo senza problemi le frontiere croato-bosniache e arriviamo finalmente al campeggio Vrila, che si trova a circa 1 Km dal paese di Trpanj, al quale è collegato da una bella passeggiata. Ci sistemiamo in riva al mare, arriva la signora che ci prende i dati e ci procura anche un raccordo da tedesco a CEE per collegarci alla corrente. Ci sono 4-5 camper, quasi tutti tedeschi, ancora un forte vento e il mare di fronte a noi. Sembra incredibile ma appena scende l’oscurità si sente in lontananza il concerto di ululati dei cojotes: semplicemente meraviglioso! (Km 95688)
Domenica 20 aprile: Pasqua. Notte tranquilla, il silenzio totale è stato interrotto solo dai concerti dei cojotes e alla mattina un tiepido sole ci riscalda. A piedi andiamo fino al vicino paese di Trpanj, incredibilmente deserto e poi ritorniamo al camper per i preparativi del pranzo pasquale. Il tempo è un po’ peggiorato per cui facciamo un riposino e poi ci avviamo a piedi per una stradina che parte dal campeggio e passa fra le coltivazioni di olivi. Torniamo al camper per la cena.
Lunedì 21 aprile: piove, governo ladro e quindi dobbiamo rinunciare al giro in moto; facciamo una passeggiata verso il paese, su e giù per le scalinate che portano ad alcune chiesette e poi torniamo al camper. Nel pomeriggio, da solo e con la moto, vado a vedere il minicamp Divna (in mezzo al niente e comunque chiuso) e poi, poco oltre, fino a Duba Pojeska, dove si trova un altro minicamp, quattro case e un porticciolo. In giro non c’è nessuno a parte un pastore con il cane e il gregge. La strada per arrivare fin qui è comunque molto stretta e con lavori in corso per il suo ampliamento per cui in mezzo alla carreggiata si trovano sassi, camion, ecc.. in serata carichiamo la moto perché domani mattina ci sposteremo. Paghiamo il campeggio (51 € per tre notti).
Martedì 22 aprile: tempo ancora incerto; facciamo le operazioni di carico e scarico e ci avviamo verso Orebic, che superiamo e ci fermiamo al campeggio Palme, a Kuciste. Il campeggio è in riva al mare, dal quale è separato da una stradina di scarso traffico, e dispone di piazzole pianeggianti, con allaccio elettrico e acqua in ogni piazzola; c’è anche il collegamento internet. Il giovanotto che ci accoglie si scusa di non parlare italiano ma ci intendiamo in inglese. Sistemiamo il camper, tiriamo giù la moto e andiamo al piccolo supermercato che si trova lungo il mare un paio di Km più avanti; pranziamo e poi, con la moto, andiamo a visitare Orebic, che ha un bel lungomare e una chiesa interessante e poi saliamo fino ad un monastero dal quale si gode una splendida vista sul mare e sulle isole circostanti. Torniamo al camper per la cena e poi una bella passeggiata lungo il mare.
Mercoledì 23 aprile: nella notte una grossa nave olandese si è ancorata nel mezzo del canale fra Peljesac e l’isola di Korcula; tanto per cambiare il tempo è sempre incerto e tira un forte vento di maestrale, così la mattina facciamo due passi lungo la spiaggia in direzione di Orebic mentre al pomeriggio, con la moto, andiamo fino alla punta della penisola, il paesino di Loviste, situato in un’ampia baia. Lungo la strada che costeggia il mare abbiamo visto diversi piccoli campeggi, tutti chiusi in questo periodo. Al ritorno prendiamo qualche goccia di pioggia. Carichiamo la moto e paghiamo il campeggio (18€ al giorno )perché domani mattina ci sposteremo a Mlini, pochi Km sotto Dubrovnik.
Giovedì 24 aprile: il tempo è migliorato, ci mettiamo in viaggio e ripercorriamo tutta la strada che corre lungo la penisola (circa 70 Km) e poi verso Dubrovnik, passiamo il maestoso ponte che evita di fare il giro di tutta la baia e, arrivati al paese di Mlini, entriamo nel campeggio Kupari ma la prima impressione non è delle migliori: sembra proprio uno di quei grandi campeggi statali, con un’architettura orrenda e fredda; ci sono solo due camper tedeschi parcheggiati in un piazzale di fronte a un bruttissimo ristorante e tutto l’insieme dà proprio l’idea dell’abbandono (e pensare che questo campeggio dovrebbe essere aperto tutto l’anno ed ha anche un bel sito internet, per questo lo avevamo scelto). Decidiamo allora di proseguire per un paio di Km e giungiamo al minicamping Kate, proprio lungo la strada, dove già sostano alcuni camper. Il campeggio è carino, piuttosto alto sul mare al quale si arriva per una scalinata fra gli alberi, ha due piccoli gruppi di servizi, comunque decorosi e ci fa subito una buona impressione. Sistemiamo il camper, pranziamo, tiriamo giù la moto e nel pomeriggio andiamo a visitare la vicina Cavtat; giriamo per le strette viuzze del paese e lungo il porto, pieno di ristoranti e negozi di souvenirs, quindi ritorniamo al campeggio e, a piedi, scendiamo al mare e facciamo una bella passeggiata lungo la baia. Bisogna dire che in questa zona la costa, in molti punti, è inavvicinabile a causa delle numerose costruzioni, alberghi e residence, spesso neanche tanto belli.
Venerdì 25 aprile: con la moto andiamo fino a Dubrovnik, bella come sempre e piena di turisti. Anche se ci siamo già stati, è sempre piacevole passeggiare per il suo centro storico, perfettamente ricostruito dopo i danni subiti durante la guerra nel 1991-92, poi, ripresa la moto che avevamo parcheggiato proprio nei pressi del centro storico, facciamo il giro della baia e torniamo al camper. Carichiamo la moto, paghiamo il campeggio (90 kune, peri a circa 12€) e ci avviamo verso il Montenegro; facciamo un po’ di coda sia alla frontiera croata che a quella montenegrina (controllano minuziosamente documenti, carta verde e libretto; non eravamo più abituati a questi controlli così rigidi), superiamo Herceg Novi e costeggiamo la baia delle bocche di Cataro. Troviamo un piccolo campeggio, Naluka, proprio prima dell’abitato di Morinj che sembra chiuso ma in realtà chiediamo ad un uomo che sta sistemando i confini delle piazzole che ci fa segno di entrare, senza tante formalità. Un po’ più tardi arriva il proprietario, che parla abbastanza bene l’italiano, con il quale scambiamo due parole. Il campeggio è in mezzo ad un frutteto e poco lontano c’è una zona di risorgive che danno vita a dei ruscelli che a loro volta confluiscono in un placido torrente che entra in mare. C’è anche una Konoba poco lontano e decidiamo di andare a mangiare la sera. La konoba si chiama Catovica Mlini e consiglio a tutti quelli che si trovassero in zona di evitarla; l’ambiente è molto bello, un vecchio mulino restaurato, il servizio è da grand hotel, il cibo è discreto, i prezzi invece sono piuttosto sostenuti ma soprattutto consiglio di chiedere esattamente cosa costa il bere, altrimenti, come è successo a noi, vi troverete a pagare 18€ per mezzo litro di vino sfuso!
Sabato 26 aprile: piove per cui carichiamo la moto e lasciamo il campeggio (10€ tutto compreso, anche internet ma ci sono solo le doccia fredde) e con il camper iniziamo il giro della baia delle Bocche di Cattaro. Parcheggiamo in un piccolo parcheggio all’ingresso del paese di Perast e visitiamo il paese, piccolo e tutto allungato sul mare ma con molti bei palazzi, a testimonianza di un passato più prospero e con uno splendido leone di S.Marco sulla facciata di un edificio. Ripreso il camper ci spostiamo a Kotor, molto più grande e anche molto più turistico. Parcheggiamo in uno spiazzo sterrato nei pressi dell’ospedale (Bolnika) e, sempre sotto la pioggia, giriamo per le vie e le piazze del paese, di chiara impronta veneziana. Anche questo, come altri paesi della zona, sono stati seriamente danneggiati dal terremoto del 79, tanto che nei primi anni ‘80 non erano agibili ma sono stati egregiamente restaurati e riportati all’antico splendore. Ripartiamo con l’intenzione di fermarci a Budva, che si rivela in realtà molto caotica e orrendamente piena di palazzacci senza eleganza; inoltre il camping Jaz, poco lontano, è chiuso per cui proseguiamo verso Sveti Stefan ma anche qui il campeggio, oltre ad avere una strada di ingresso paurosa, è chiuso. Bisogna dire inoltre che Sveti Stefan, tanto pubblicizzato, almeno da lontano ci sembra più un insieme di appartamenti escusivi, con un restauro che ci lascia piuttosto perplessi. Non abbiamo voglia di proseguire oltre; abbiamo capito che, in questo periodo, molti campeggi sono ancora chiusi ed inoltre molti hanno accessi piuttosto difficoltosi per cui, prima di scendere per certe strade, vale la pena di scendere e dare un’occhiata a piedi. Giriamo il camper e rifacciamo la strada verso la Croazia. Facciamo quasi due ore di coda alle due dogane, a causa dei controlli assurdi dei doganieri e soprattutto a causa del loro tranquillo menefreghismo (sembra di essere tornati ai tempi delle vecchie frontiere doganali, dove ti rompono le scatole per il gusto di romperle) e, una volta passati, ci dirigiamo verso la penisola di Molunat, con l’intenzione di passare la notte in un campeggio. Purtroppo il camping Monika ha un accesso in forte pendenza ed è pure chiuso, come del resto gli altri due campeggi, Adriatik 1 e 2 per cui, a malincuore perché il posto comunque era bello, torniamo ancora una volta indietro e, per non sbagliare, facciamo sosta al camping Kate, che già conosciamo, poco prima di Dubrovnik.
Domenica 27 aprile: sembra che il tempo si stia mettendo al bello; paghiamo il campeggio (94 Kune) e ci avviamo verso Ston con l’intenzione di sostare al camping Prapratno che però è ancora chiuso (apre il 1° maggio), controlliamo le corse del traghetto per l’isola di Mljet ma purtroppo, in questo periodo, sono piuttosto rare e con orari che mal si conciliano con le nostre esigenze (avevamo pensato di traghettare con la moto lasciando il camper in campeggio) per cui ritorniamo sui nostri passi, sostiamo a Ston nel parcheggio degli autobus turistici e visitiamo la piccola cittadina, che come tante ormai, è più ricca di ristoranti che di storia. Ripreso il camper risaliamo la penisola di Peljesac e deviamo verso Brjesta, dove sappiamo esserci un piccolo campeggio (camping Vrela)nel quale siamo stati anni fa. Ci sistemiamo dapprima proprio sul mare, di fronte ai tanti allevamenti di cozze e pranziamo, poi decidiamo di entrare nel camping, dove non c’è nessuno, tanto per cambiare. Passiamo la giornata a prendere il sole e a fare una passeggiata verso il piccolissimo paese e al vicino rifugio marino, probabilmente costruito in tempo di guerra. Nel campeggio, che non conterrebbe più di 7-8 equipaggi, ci sono comunque le docce calde funzionanti e pure il collegamento internet; c’è anche un altro campeggio, il Zakono, alle spalle di questo e un po’ più grande.
Lunedì 28 aprile: la notte c’è stato un vero e proprio diluvio (e poi si dice che è in Normandia che piove), al mattino partiamo senza che nessuno si sia fatto vivo per il pagamento, prendiamo l’autostrada a Ploce, dopo aver superato le frontiere Bosniaco-Croate, senza nessun rallentamento, ed usciamo a Prgomet; ci dirigiamo verso Trogir e poi Seget, entriamo nel campeggio Seget e ci sistemiamo, in compagnia di altri 6-7 camper, in riva al mare. Nel pomeriggio facciamo una passeggiata lungo il mare, in dir. di Trogir. Il campeggio si affaccia su una spiaggia di ghiaia e c’è una bella passeggiata lungo il mare; i servizi sono in un container e probabilmente in agosto sono insufficienti ma in questo periodo possono anche andare.
Martedì 29 aprile: è piovuto un po’ anche questa notte; al mattino paghiamo il campeggio (130 kune) e partiamo. A Sibenik ci fermiamo in un grosso supermercato per fare un po’ di spesa e cambiare un po’ di euro in banca, quindi ripartiamo e facciamo sosta nel campeggio Romantica, a Drace, che già conosciamo per esserci stati qualche anno fa. Riusciamo a pranzare all’aperto ma nel pomeriggio ci raggiunge, ancora una volta, la pioggia.
Mercoledì 30 aprile: finalmente una bella giornata! Il posto è davvero splendido, il campeggio, terrazzato, gode di una bellissima vista sul mare e sugli isolotti prospicienti l’isola di Murter. Al mattino facciamo una passeggiata per le stradine sterrate che si snodano fra la macchia mediterranea, il pomeriggio lo passiamo pigramente sdraiati a prendere questo sole tanto desiderato; concludiamo la giornata con una bella grigliata in riva al mare.
Giovedì 1 maggio: giornata di trasferimento verso l’isola di Krk, entriamo in autostrada a Bencovac e usciamo a Zuta Lovka (107 kune), quindi per strada normale arriviamo a Senj e poi costiera fino al ponte per l’isola di Krk (46 kune). Una breve sosta per un panino nei parcheggi del ponte e poi percorriamo l’isola fino a sostare nel campeggio Jezevac. Nel campeggio ci sono moltissimi equipaggi che stanno preparando le roulottes per il periodo estivo; sembra proprio un altro mondo rispetto ai campeggi quasi deserti in cui siamo stati fin’ora. Sistemato il camper facciamo quattro passi in paese dove incontriamo anche degli amici di Valdagno, con i quali continuiamo la passeggiata. Cena in camper.
Venerdì 2 maggio: purtroppo il tempo continua ad essere incerto; al mattino comunque non piove e riusciamo a fare una bella passeggiata lungo il sentiero che costeggia il mare. Torniamo verso ora di pranzo e nel pomeriggio, nonostante il tempo minacci pioggia, tiro giù la moto e faccio un giro, da solo, verso Punat e Stara Baska; rivedo il campeggio nel quale ci eravamo fermati diversi anni or sono, il camping Skrila, ma adesso le cose sono molto cambiate: il piccolo e selvaggio campeggio di una volta, che aveva i servizi a cielo aperto, è diventato un signor campeggio con piazzole ghiaiate e terrazzate, servizi nuovissimi e prezzi altrettanto. Ritorno al camper sotto la pioggia. Alla sera andiamo a cenare in un ristorante sul porto assieme agli amici che abbiamo incontrato, quattro chiacchiere e poi a nanna.
Sabato 3 maggio: tanto per cambiare la notte è piovuto e al mattino il tempo è ancora imbronciato; le previsioni inoltre dicono che farà brutto anche domani per cui decidiamo di anticipare il rientro. Paghiamo il campeggio in mattinata (56 € per due notti, con lo sconto CCI) e ci avviamo verso casa; arriviamo verso le 16.
Km percorsi: 2396
CONSIDERAZIONI: il Montenegro non ci è particolarmente piaciuto; le strade sono piuttosto malconcie ed è opportuno tenere una velocità contenuta. In questo periodo la maggior parte dei campeggi è chiusa; le Bocche di Cattaro sono a nostro parere la parte più bella, con i paesi di Perast e Kotor mentre non ci è piaciuta la spiaggia del campeggio Jaz (che fra l’altro ci ha fatto una gran brutta impressione) e nemmeno il tanto decantato Sveti Stefan che, anche se visto da lontano, ci ha lasciati piuttosto perplessi per come è stato restaurato. Anche in Dalmazia molti campeggi sono ancora chiusi ma ne abbiamo sempre trovato qualcuno di aperto; abbiamo utilizzato quasi sempre i minicamping, con servizi essenziali e prezzi contenuti. L’Istria al contrario è ormai diventata una regione con dei super campeggi, sicuramente molto belli ma che hanno perso quel fascino che è proprio dei luoghi un po’ più semplici, quelli che a noi piacciono di più.